domenica 31 maggio 2009

Dialogo: me stessa e me medesima.

Sono stata altrove accusata di parlare sempre dell’uomodelsettantacinquepercento.

Ecco, io vorrei smentire. Non è vero. Per fare questo trascriverò un dialogo tra me stessa e me medesima.

Vedrete voi stessi che io non parlo mai di lui. È lui che si infiltra nei miei post. Giuro.

Se io volessi parlare di tutt’altro infatti, di un argomento in cui lui non c’entra nulla, che so...delle vacanze, ecco, lui troverebbe il modo di sbucare. Ne sono certa...

Le vacanze dunque... no, perché io adoro le vacanze, come tutti d’altronde... Per me le vacanze sono ovviamente al mare... Io, la spiaggia, il sole, l’ombrellone (perché sennò mi brucio, come detto altrove), il silenzio, qualche nuotatina (preferibilmente non nel pantano di ostia ma nel paradiso di qualche spiaggia egiziana), un bel libro.... 

Scusa me medesima, potresti anche evitare di ridacchiare ironizzando sul fatto che questo accadeva durante la mia vita da non mamma. Mi distrai.

Dicevo, le vacanze sì. Ho sempre sognato di fare una vacanza tra le isole della Grecia. Ovviamente non quelle cose organizzate, quei tristissimi pacchetti vacanze... Noooo per carità...una cosa alternativa...Che so, una cosa romantica, in giro con una barca a vela, da un’isola all’altra... 

Scusa me medesima, smetteresti di ironizzare di nuovo sul fatto che non saprei dove cambiare il pannolino alla gnometta? Grazie.

Dicevo che vorrei fare una cosa alternativa, mica una crociera... La crociera deve essere noiosissima... Gente di mezza età....

Scusa scusa scusa...cos’è che hai detto?

Gente di mezza età

No no, prima...

Deve essere noiosissima...

Prima ancora

Crociera

Eccooooooooo!!! Eppure sono sicura che quella parola mi ricordi qualcosa...

Cosa?

Non so...Ma sono quasi certa che sia stata detta qualche berluscavolata sulle crociere...

L’hai nominato.

Chi?

L’uomodelsettantacinquepercento

Non è vero.

Bugiarda.

Bugiarda ci sarai tu. Io non ho detto niente.

Sì invece, hai detto berluscavolata.

Non è vero. Mi hai fraintesa.  È forse un reato essere fraintesa? Capita a tutti, finanche ai santi.

Quali santi?

Beh... San Frainteso per esempio.

E chi è?

L’uomodelsettantacinquepercento

Eccoooooooooooo! Ci sei di nuovo cascata.

Vabbè mi hai stressata. Allora tanto vale che lo dica. L’uomodelsettantacinquepercento ha proposto agli Abruzzesi di andare in crociera. Capisci? In CROCIERA... Non hanno casa, non hanno soldi, non hanno lavoro, non hanno scuole, non hanno medicine e non hanno neppure ospedali. Ma andranno in crociera.

Ma che dici. Questo l’avrà detto qualche sovversivo. Come quel...come si chiama? Quel fumettista che ha fatto satira sul terremoto. Eh sì, solo qualcuno che scherzava può aver detto una tale berluscavolata.

Macchè. L’ha detto lui.

E gli Abruzzesi che hanno detto?

Hanno manifestato.

Noooooooooooooooo.... E lui come l’ha presa?

Beh insomma... Gli hanno detto che erano 1000.

E lui?

Ha preso la calcolatrice. Ha calcolato che su trentamila persone nelle tende, mille che manifestano rappresentano meno del 4%. Quindi spariscono. Non contano nulla. 

Come i comunisti, insomma.


La politica italiana vista dagli stranieri.

Ok, questa è vecchia....

L'avevo postata su Facebook, ma visto che non tutti i 2 milioni di lettori del mio blog avranno il mio contatto FB, la riposto qui.


Sono appena tornata dal corso di tedesco. Oggi stavamo imparando a rispondere alle domande del tipo: cosa fai nel tempo libero? cosa ti interessa? (alta filosofia, per capirsi)
Io rispondo tutta compita:
mi piace leggere i romanzi, ascoltare musica. mi interessa la politica italiana.... (anche perché il mio tedesco si è esaurito qui). 
Tutti scoppiano a ridere.....Ci terrei a dire, per precisione, che il mio corso è frequentato da coreani, portoghesi, cinesi, statunitensi, nigeriani, indiani. La mia insegnante è, ovviamente, tedesca. 
L'insegnante in questione si sente in dovere di giustificarsi, mi guarda e fa: scusa scusa, non ridevo di te nè del fatto che ti interessa la politica... ridevo della politica italiana... 

Beh, chiamiamo le cose col loro nome. Ridevate del nostro adorato primo ministro!

Altra risata collettiva. 

Dopo la lezione, un mio collega nigeriano mi domanda:
ma io non capisco. eppure l'italia è un grande paese europeo, una democrazia... non è la nigeria, non è l'africa. come è possibile che abbiate uno come l'uomodelsettantacinquepercento al governo? cioè, uno che dovrebbe stare in galera, uno che ha corrotto delle persone, ha i legami con la mafia.
Bene. Cosa rispondergli? 
Io non so nulla di politica nigeriana, ma immagino che non sia un paradiso. Eppure un nigeriano, che presumibilmente sarà anche impegnato coi problemi del suo paese si interroga su determinate cose...
Il 75% degli Italiani, a quanto dicono voci di oscuri personaggi della nostra politica, no.
Bene. Di nuovo.


la patriarcalità a casa nostra...

Ieri, mentre il fidanzato lavava il pavimento, come capita più spesso di quanto faccia io, mi ha fatto notare che nostro genero ci avrebbe odiato.
Perché scusa?
Perché pulisco sempre io. La gnometta crescerà con questo modello e pretenderà da lui lo stesso. Sarà sfruttato come me.  
E' vero. 
E perché non fai niente per ribaltare la situazione?
Figuriamoci. Non ci penso neppure. Ho un piano.
Quale?
Quello di farmi adorare dalla nuora. Penserà che non sono la tipica mamma all'italiana che ha viziato il figlio. Sarò il suo mito.
Amore, noi non abbiamo un figlio.
Ma che c'entra?!?!? Io sono avanti, guardo al futuro. Tu sei come la politica italiana. Vecchio dentro.

In compenso io preparo la cena. Sono un genio della cucina, modestamente (non è vero, uso internet e sperimento), ma lui trova comunque sempre da ridire.
Posso darti un consiglio?
No.
Bene. Dovresti ...
Ho detto di no.
Dicevo, dovresti usare il forno grande invece del fornetto.
Io invece ho un'idea migliore.
Quale?
La prossima volta fai tu, visto che non riconosci mai le mie immense doti culinarie.
Amore, ma io non voglio toglierti il primato della cucina. La tua femminilità ne risentirebbe (ovviamente scherzava).
La mia che?!??!?!?!? Ma figuriamoci. Offrirei il pacchetto faccende domestiche e cucina al miglior offerente.
Anche al peggiore, se ce ne fosse uno. 
In effetti...

Sento spesso dire dalle mie amiche mamme soprattutto che tutti gli uomini "sono così", che non capiscono, che non collaborano. Ancora, nel 2009, sento dire che è normale, che la donna è "portata" per certe cose, che le vengono naturali.  Che naturalità c'è nell'alzarsi alle 8 di mattina perché la gnometta si sveglia, nel compiere come prima operazione il cambio di un puzzolente pannolino, nel preparare colazione pranzo e cena, nel lustrare la casa?! Nulla. L'unica cosa che io trovo naturale è stare spaparanzata sotto ad un ombrellone (ché sotto al sole mi brucio) a leggere un romanzo. Tutto il resto è fatica, conquista quotidiana, a volte stress.
Ma se le donne vengono tuttora sfruttate e costrette ad un doppio lavoro, in casa e fuori, è anche colpa loro. L'educazione fa la sua parte, è vero. Ma il mio fidanzato non è stato di certo educato in modo differente da tanti altri. Eppure si dà da fare, e a volte più di me. Non c'è niente di naturale in questo. C'è solo intelligenza e sensibilità.

 

sabato 30 maggio 2009

Coppia di fatto ci sarai te

Per chi non lo sapesse, non siamo sposati. Siamo una... una... com'è che si chiamano? Ah, una coppia di fatto. 

Ma poi, dico io, che significa coppia di fatto? Sembra un insulto. Coppia di fatto ci sarai te, mi viene da rispondere. Noi siamo una coppia. Basta. Una coppia. Che sono queste distinzioni?

Che ti frega a te se non ci siamo sposati perché non ci interessa, perché aspettiamo un lavoro stabile, perché aspettiamo di celebrare un matrimonio sull'himalaya? No dico, che te frega a te? Noi siamo una coppia. punto. 

In Germania le chiamano Eingetragene Lebenspartnerschaft,  credo, perché col tedesco ancora non sono tanto sciolta. Figuriamoci: abbiamo anche avuto il riconongiungimento familiare, grazie alla nostra Eingetragene Lebenspartnerschaft. Siamo andati all'ufficio immigrazione, abbiamo dichiarato che la gnoma era figlia nostra, abbiamo presentato un certificato di nascita (in italiano), una prova di convivenza (il contratto d'affitto), ed ecco che il fidanzato ha ottenuto la sua carta di soggiorno. Tempo perso: due mattinate. Durata dell'agognato documento: cinque anni. 

In Italia ci avrebbero fatto una pernacchia con triplice avvitamento della lingua, ma visto che io non ho deciso di non parlare male del mio paese, non lo farò. 

In Germania i conviventi possono scegliere un cognome comune, pensione di reversibilità, permesso di immigrazione per il partner straniero. 

In Italia, visto che io non voglio parlare male del mio paese, dirò soltanto che nel 2007 esistevano oltre 500.000 coppie di fatto. Tra i giovani quelli che scelgono di convivere arrivano ormai al 40%. Ma siccome il nostro Parlamento ascolta le esigenze del popolo, la risposta arriva pronta, ed è un chissenefrega. 

E certo. Non diamo ai giovani possibilità di lavoro non precarie. Ma non diamo neanche la possibilità di regolamentare la loro unione, che a volte nasce soltanto su una stanza in affitto, uno stipendio precario, e tanto amore. NO. Cornuti e mazziati.

Ho scoperto da poco con sgomento che se io e il fidanzato fossimo rapiti dagli alieni (non diciamo altro, non voglio attirarmi sfighe addosso), la gnometta andrebbe in istituto. La convivenza non crea infatti legami di parentela laterali, ma solo verticali. La gnometta ha quindi nonni, bisnonni, ma non zii.

Il che significa che, avendo i miei genitori una differenza con lei di più di 45 anni, non potrebbero prendersi cura di lei. Mio fratello, che ne ha 20, non verrebbe considerato più idoneo di un emerito sconosciuto. 

Ma come?! Mio fratello è lo zio. Mio fratello sa quale canzone le piace, sa come cambiarle il pannolino, sa quale pappa preferisce (non è vero... mento spudoratamente..ma insomma...)

Chi se ne importa. Per la legge lui non è nessuno.

Argh. Mio fratello si è buttato dalla finestra dopo questa rivelazione (non temete. E' solo un  misero primo piano).

Vogliamo parlare dei gay, poi?

E parliamone va. No, perché dico, i gay anche avrebbero diritto, visto che pagano le tasse, alla reversibilità della pensione, dell'affitto ecc ecc ecc. E invece no.

Non hanno neanche diritto a non essere discriminati, dice il ministro per le pari opportunità

E perché?

Perché, come disse tempo addietro l'eminenza di cui sopra, sono "costituzionalmente sterili". 

Ma meglio, no?! Abbiamo un problema di sovraffollamento mondiale. Diamo anche la libertà di non riprodursi, dico io.   

D'altronde loro si battono per la tutela della famiglia. Perché di papi non ce n'è mai abbastanza.

Ma non voglio parlar male del mio paese. Non voglio parlar male del mio primo ministro. E non lo farò. Non mi convincerete.  

 

Diritti umani... corso intensivo per politici...

I ministri del G8, questa entità misteriosa, hanno oggi scoperto che occorre rispettare i diritti umani anche nella lotta al terrorismo
Solo in quel caso però. Per il resto buttiamoli liberamente a mare. I diritti umani, intendo. Cosa credevate, che io difendessi gli immigrati?! I clandestini poi? Quella gentaccia?!
Lampedusa ha diritto a tornare ad essere la perla del Mediterraneo, e non un covo di inutili, costosi, sporchi e puzzolenti immigrati (per cui però l'Italia ha incassato finora il contributo finanziario dell'Unione Europea). 
Basta con questi "professionisti dell'anti-razzismo". Diamine, abbiamo bisogno di professionisti di tutt'altro tipo, noi italiani. 
Ad esempio, professionisti del diritto internazionale. Giusto per fare un paio di lezioni intensive a qualche nostro governante. Magari in una villa di Arcore. 
Comunicato stampa:
Cercasi volontari per l'organizzazione del corso intensivo sui diritti umani per politicanti: necessitiamo di 20 coscelunghe, 30 tetteesplosiverifatteomeno, 15 camerieri, 1 Apicella, 2 fotografisenzamacchinafotografica (non sia mai che poi pretendano di vendere le foto), 2 cabarettistinoncomunisti, un, e dico un, misero esperto di diritto internazionale. Muto. Altrimenti potrebbe disturbare gli ospiti.
Astenersi comunisti. 
Ma se sono una razza estinta....
Beh, astenersi magistrati allora.
Sono impegnati a perseguitare gli uomini onesti.....
Beh, allora i giornalisti. Stupidi scendiletto dell'opposizione.
Quale opposizione, scusi? 




l'esordio...

E' davvero complicato scrivere il post di esordio di un blog... Da qualche parte leggevo che un blog deve essere chiaro, deve seguire una linea precisa, che l'autore dovrebbe  scegliere se farne un diario, un blog di informazione, un blog di servizi. 

Questo è radicalmente impossibile per una persona come me, perennemente indecisa, contorta.. Una persona che cambia idea ogni trenta secondi... Insomma, potrei tranquillamente decidere di iniziare un diario della mia maternità e finire a fare proselitismo per qualche nobilissima causa animalista. Di conseguenza, come è tipico della mia personalità, in questo post "d'esordio", io non ho alcuna intenzione di scegliere un bel niente. Ho troppo a lungo pensato, cullato, accarezzato questa idea di aprire un blog per rischiare di delimitarne i contenuti proprio ora che ci sono riuscita. 

Dedicherò quindi soltanto qualche pensiero sparso a come è venuta nella mia testa la bisclacca idea di aprire un blog. 

Questi ultimi due anni hanno visto una radicale trasformazione del mio rapporto con internet. Internet prima significava semplicemente "scaricare la posta". Adesso la connessione flat, il fatto di lavorare la maggior parte del mio tempo al pc (ahimè...neanche i topi di biblioteca, come me, possono ormai esimersi dall'utilizzo della connessione internet), il fatto di risiedere all'estero, hanno contribuito a rendermi una "internet-addicted". Internet significa poter leggere le notizie del mio paese senza spendere capitali in giornali che arrivano comunque il giorno dopo, significa poter confrontare 4, 5, 6 fonti diverse, significa poter tenere i contatti con amici e parenti lontani senza riempire le tasche di qualche compagnia telefonica e senza stressarmi con l'odiosa vocetta registrata che mi dice di digitare nuovamente il numero, significa condividere informazioni nel modo più veloce possibile. A scapito della socialità a volte, ma a volte invece, proprio a vantaggio di essa. 

Ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dei blog negli ultimi mesi, durante la mia gravidanza e le interminabili giornate che solo una mamma in attesa sa quanto possano essere lunghe, soprattutto quando non si ha nessuna amica, sorella, cugina che è passata per questa esperienza prima (problema, questo, tutto tipico della nostra società, in cui i nuclei familiari diventano sempre più piccoli e sempre più chiusi). Era un modo per farsi due risate, per sentirsi meno sole... Allora questo avvicinamento passivo sarebbe potuto diventare attivo: avrei potuto aprire un blog, ci ho pensato varie volte. 

Non l'ho fatto, perché ritengo che alla fine la maternità sia una parte di me, una parte soltanto, e dedicare un blog solo a questo sarebbe stato poco adatto a me... E poi, fondamentalmente, a chi deve interessare leggere della mia vita, delle mie peripezie? Ci sono donne che hanno saputo farlo meglio di quanto avrei mai saputo farlo io.

Ho conosciuto Facebook, poi, e ho iniziato a diffondere, a far girare informazioni. Qualcuno potrebbe accusarmi di essere poco obiettiva e molto di parte. E confermo. Io sono una persona di parte, come è ovvio. D'altronde, già Dante mise gli ignavi nell'antiinferno... Di certo io non potrei finire a girare intorno all'insegna dantesca punta da vespe e mosconi. Inoltre, non sono una giornalista, nessuno mi paga per essere imparziale, nessuno mi paga per sentirsi dire quello che vuole. Di conseguenza, per fortuna, posso scrivere quello che mi pare senza dover subire pressioni di sorta. Ecco la bellezza dela rete. Chiunque può dire quello che vuole senza doversi piegare a leccare le scarpe dell'editore o del direttore di turno. Certo, non è detto che chiunque sia in grado di dire cose intelligenti e argute, e non sono certo sicura di poterlo fare io..  Ma ho visto che questa condivisione di notizie piaceva, era apprezzata, a volte stimolava il dibattito. 

E allora ho pensato che questo era il blog che mi sarebbe piaciuto. 

Perché è questo che alla fine mi rappresenta: la mia vita, che, certo comprende anche la maternità, ma anche la passione, l'interesse per la politica, la rabbia per le ingiustizie, per quello che non va, il rispetto per l'altro, i diritti umani, le discriminazioni contro le donne, contro gli omosessuali, contro gli stranieri. Un blog idealista, ecco. Quando avevo 18 anni mi dicevano: "è normale essere idealisti alla tua età. Passerà", perché ultimamente sembra che essere idealisti sia una malattia contagiosa. E invece ancora non è passata.  

E poi, senza dubbio, anche io soffro di quella che è stata altrove definita "opinionite", per la quale vi rimando a questo intelligentissimo blog.

Cosa resta da dire?! Ah certo... il titolo del blog... Perché "pace amore e... fettuccine"...

Pace amore e fettuccine è un'espressione che venne coniata da un gruppo di amici, tra cui me ovviamente, prima di andare ad una marcia per la pace Perugia-Assisi. Sinceramente non mi ricordo in che anno fossimo, né a cosa era dedicata quella marcia nello specifico. Ricordo che eravamo al liceo, quindi almeno 6-7 anni fa. 

Mi piacerebbe ricostruire bene tutta quella storia, e mi piacerebbe che i suoi protagonisti mi aiutassero a farlo, perché la mia memoria da sola non basta... Quindi aspetto il loro aiuto per parlarvene meglio.