lunedì 29 giugno 2009

Madri e università

E' un po' di tempo che mi frulla per la testa un'idea. Ormai è diventato un tarlo. Mi perseguita.
Quando un'idea inizia a perseguitarmi così, so che devo soccombere e ascoltarla.
La premessa è questa... Cosa si fa in Italia per le studentesse, le dottorande, le ricercatrici che hanno dei figli?
Ve lo dico io.
Nulla.
Non esiste nulla, non esiste una riduzione delle tasse, non esistono asili all'interno delle università (e nei casi in cui esistono, sono per i dipendenti dell'università e non per le studentesse), non esistono aumenti delle borse di studio delle dottorande (quelle che hanno una borsa) per le mamme. Io, dottoranda senza borsa, non ho diritto a nulla.
Non esistono agevolazioni nelle graduatorie per gli asili nidi. Allora, se non ho la borsa e devo anche pagare un asilo nido, come faccio a dedicarmi ai miei studi?
Qui in Germania è, manco a dirlo, tutto un altro mondo. Ad esempio, e parlo per la mia università, e non per sentito dire, è possibile chiedere una tessera che consente ai bambini fino a 6 anni di mangiare gratis a mensa insieme ai genitori. Non paghi di ciò, questo semestre c'è online un questionario (che io non ho compilato, mea culpa, per motivazioni linguistiche) diretto agli studenti con figli, che servirà all'università per delineare le politiche da attuare nei prossimi anni accademici. Alcuni istituti di ricerca (non il mio dipartimento, purtroppo) hanno l'abitudine di prenotare vari posti negli asili nido per le ricercatrici con figli che man mano arrivano. Così, appena arrivate, le mamme sanno dove lasciare i figli. Inoltre, solitamente ,le borse di studio di chi ha figli a carico sono maggiorate.
Potrei stupirvi, dicendo che conosco personalmente una mamma che è una studentessa e che può permettersi di non lavorare, fino alla conclusione dei suoi studi, grazie al sussidio governativo.
Ma cavolo, solo noi siamo incapaci di pensare a questo? Solo noi mettiamo le studentesse nella condizione di scegliere molto spesso un aborto perché non saprebbero come mantenere il figlio?
Solo da noi la scelta, per chi studia ancora, è tra tenere un figlio e abortire?! Ma perchè?!?!?!
Ultimamente abbiamo avuto una riunione con la board della mia graduate school e ho fatto presente alcune cose che mancano per le madri (prenotazione dell'asilo, in cui infatti non ho ancora un posto, agevolazioni finanziarie ecc ecc.). Sono la prima studentessa con prole che arriva da loro, e si sono trovati un po' impreparati. Ma dovevate vedere come prendevano appunti.
Non so cosa cambierà, ma, cavolo, vedi un interesse.
Chi mi avrebbe chiesto una cosa del genere, dalle mie parti?
Sono stanca, arrabbiata. Sono stufa di dover sempre rinunciare a qualcosa, nel mio paese, perché ho SCELTO di avere un figlio a 26 anni.
Mi si ribatterà che c'è una differenza fondamentale tra la Germania e l'Italia (parlo qui a senso comune, da quello che vedo, perché non ho letto statistiche). Qui le coppie giovani con figli sono tante, tantissimi, mentre da noi sono l'eccezione.
Ma siamo sicuri che siano i giovani a volere così? Siamo sicuri che le studentesse, se avessero la possibilità di poter scegliere, non sceglierebbero di avere dei figli prima?
Non dico che bisogna incoraggiare le teen-ager a riprodursi, ma dico che una donna che sta facendo un dottorato o sta ancora studiando deve avere la libertà di scegliere quando fare un figlio. Che non deve rinunciare ai suoi studi per questo. Che non deve essere sempre lei a sacrificarsi, mentre il marito compagno fidanzato o quello che sia continua la sua carriera.
Dico che dobbiamo unirci per cambiare questa situazione.
Allora lancio un appello alle donne (ma anche agli uomini) che hanno un interesse in questo. Uniamoci, iniziamo a creare un gruppo di pressione. Magari organizziamo una conferenza, partiamo da questo, e poi si vedrà. Ma dobbiamo smettere di subire la situazione, cavolo.
Io conosco altre tre studentesse con figli almeno, sicuramente anche tu che leggi ne conosci altre tre. E allora, fai passare questo messaggio.
Poi, quando saremo un numero decente, penseremo al resto.
Unite, ci e vi voglio.


L'oblio

Oggi cercavo di informarmi su quello che stava succedendo in Iran e mi sono imbattuta in un fenomeno imbarazzante... E' imbarazzante come i nostri giornali si siano dimenticati della repressione in Iran per la morte di Michael Jackson. Se il mondo, dico io, si preoccupasse di cose serie (non me ne vogliano i suoi fan) tanto quanto si preoccupa di questo, sono sicura che le cose andrebbero diversamente. E' imbarazzante, non trovo altre parole.
Per carità, cosa c'è di più serio della morte, mi direte voi. Ma vogliate capire qui cosa intendo. D'altronde i miei lettori sono persone intelligenti, si sa, e non avranno problemi a capire dove voglio andare a parare.
Ma quello che mi inquieta, seriamente, è la totale incapacità di riuscire a mantenere un minimo di concentrazione su fatti pure importanti. Non parlo di memoria storica, per carità. Non ho di queste aspirazioni... Che paroloni... D'altronde, se avessimo un minimo di memoria storica, non si starebbe neppure a discutere qui di ronde nere.
Penso a fatti più vicini a noi... Che so, all'Aquila, ad esempio, di cui tutti ci siamo dimenticati. Che palle, questa, con questa storia dell'Aquila... Ci sono le ferie, bisogna preparare le valigie, prenotare i bed and breakfast, che vuoi pensare ai terremotati.. D'altronde, loro in ferie ci sono già. E non pagano manco la piazzola per il campeggio, sti raccomandati.
Lo stesso per il golpe in Honduras... E' inquietante davvero. Tutti i giornali, i telegiornali, la gente si mobilita per la morte di un grande artista, per carità, il re del pop e tutto quello che vogliamo noi, e poi si resta impassibili davanti a ben altre questioni.
Per tornare all'Iran, credo avesse proprio ragione la blogger iraniana "ospitata" da Repubblica che diceva:
Sono quasi le due e mezza o forse tre è in chat si scatenano è morto Michael Jackson il re del pop, mi dispiace è stato un idolo ed è molto amato dagli iraniani come tanti altri cantanti occidentali.
Poi mi sorge il dubbio non sarà che la morte di un grandissimo della storia della musica oscurerà la nostra battaglia?
Ancora una volta, tutti si ricordano dei diritti umani per tre giorni all'anno. Poi cala il silenzio.

mercoledì 24 giugno 2009

E sono 10!!!!

Oggi mi asterrò dal commentare alcunché. Non commenterò quello che sta succedendo al nostro papi e alla sua allegra combriccola, anche perché nulla mi viene in mente se non che l’Italia sta letteralmente andando a puttane. E le candidature del PD poco fanno per risollevare il disastro. Per carità, spazio ai giovani!?! Ma dico io, capisco che pure a 74 anni ci si senta giovani, ma i trentenni allora come li definiamo? Un po’ di punti fermi, diamine. Non estendiamo oltremodo la definizione di giovane... Ecco, sto divagando....

Ad ogni modo, io, oggi, di tutto ciò me ne frego!

Ebbene sì, vi stupirò.

E me ne frego per un motivo validissimo. La mia gnoma. Potrebbe esserci motivo più valido?!

Me ne frego perché la mia piccola gnometta, la mia piccola meravigliosa indifesa (ehm....dovreste vedere la cicatrice sulla fronte del padre) gnometta compie oggi 10 mesi!!!!!!!!!!!!!!!

Il complimese odierno è oltremodo importante perché:

1. è il primo complimese della gnoma da quando sua madre dallo status di dottoranda squattrinata è passata allo status ben più nobile di dottoranda blogger (squattrinata). Quindi, il primo complimese che si festeggia su questi schermi!

2. è il primo complimese della gnoma da quando appartiene più al mondo che a me...

Oddio, già il nono in realtà, ma al nono me la potevo ancora giocare in difesa (quelle cose tristissime di 9 dentro la panza e 9 fuori dalla panza per capirsi)...

Invece ora diventa evidente che la gnoma ha vissuto più fuori, nel mondo, che dentro la mia pancia. È giusto che sia così, per carità... Al bando la tristezza. Ma oggi guardavo le foto di quando era una supersupergnomissima, di quando entrava in una mano e poco più, di quando a me sembrava già bellissima e in realtà era un po’ uno sgorbietto, di quando ci siamo incontrate, io e lei, alla fine di quel lunghissimo travaglio infernale che sembrava non dovesse mai finire.... Ecco, pensavo a tutto ciò e sentivo una malinconia assalirmi... Insomma, potrei scrivervi una marea di cose melense, ma siccome vorrei risparmiarvi (e risparmiarmi) il diabete, ho subito pensato alle meno rosee colichette, alle notti insonni, ad ore e ore di pianti interminabili senza capirne il motivo. In definitiva, meglio il decimo complimese che il primo!

Siamo cresciute, io la gnoma e il papà. Il papà è diventato più papà, ma questo è il mio blog, quindi le trasformazioni del papà non ci interessano, la gnoma è diventata meno gnoma, e io sono diventata più mamma... Intendo, avete presente la mamma del mulino bianco? Ecco, esatto. Sono diventata così.

Cioè, non proprio letteralmente diciamo.

Però sono una mamma fantastica. Si vede da come lei corre verso di me quando ho passato 4-5 ore in biblioteca, da come ci capiamo con uno sguardo, da come dorme a mò di koala spiaccicata sulla mia schiena, da quanti bacetti bavosi mi dà quanto non voglio saperne di svegliarmi, da quanto mi rompe le scatole quando io voglio fare una cosa al pc e lei ha deciso che devo continuare a far girare quella cosa tonda che dovrebbe essere una costruzione ma che invece usiamo a mò di trottola perché a lei piace così (e a me gira anche altro).

Si è visto quando ho saputo perfettamente gestire la situazione difficilissima del primo week-end fuori con la gnoma in un paese straniero, riuscendo a laurearmi con lode in cambio del pannolino (pannolino puzzolino, per gli amici) superando la quasi impossibile prova finale del cambio nel bagno del treno o nel bagno del museo, ovviamente sprovvisto di fasciatoio e così stretto che l’unico modo era cambiarla stando in piedi tutte e due, io e lei, e preparando brodi vegetali in qualsiasi posto fosse munito di un fornello. Ora che ci penso, si è visto pure quando ci siamo trasferiti con la gnoma di soli tre mesi in questo posto in cui non c’era nulla se non neve, freddo e gelo.

Sì, sono una mamma fantastica da 10 mesi. Anzi, diciamo da 9, ché il primo mese non sapevo neanche prenderla in braccio.

Vabbè, diciamo 8, che i primi due ero una mamma zombie bisognosa di dormire.

Anzi, 7.... Sì, diciamo da 7 e non se ne parli più.

Oh insomma, non è che dobbiamo specificare la data. Non so quand’è che sono diventata una mamma fantastica. Ma io vorrei dire qui una volta per tutte che ho superato qualsiasi complesso di inadeguatezza sul mio essere mamma, perché io mi sento una mamma fantasticamente imperfetta. Ma fantastica nella sua imperfezione. E diciamocelo, va. Ovviamente non credo che questa consapevolezza l’abbia conquistata per sempre, e magari fra qualche tempo si dissolverà nel nulla, ma intanto sono felice di avercela, ora.

Quindi, auguri alla gnoma per i suoi primi 10 mesi, e auguri alla mamma della gnoma per i suoi primi 10 mesi da mamma. E vabbè, auguri pure al papà, va, che anche lui è un papà fantasticamente imperfetto.

domenica 21 giugno 2009

Neo-blogger e no-blogger

Il termine neo-blogger si riferisce al creatore e curatore di un blog, che svolge questa azione da un tempo limitato.
Ora, considerando che ho aperto il mio blog il 30 maggio, posso dirmi una neo-blogger.
I neo-blogger sono persone comuni, che tuttavia manifestano schizofrenie e caratteristiche proprie della categoria, o almeno credo (e spero).
Ho il sentore, ma potrei sbagliarmi (o dire di essere stata fraintesa, che è meglio) che tali caratteristiche che riscontro in me potrebbero essere comuni al neo-blogger in quanto tale. Chiedo conferma, dunque, ad altri neo-blogger.
Queste caratteristiche differenziano il neo-blogger in modo netto da un non-neo-blogger (tale termine potrebbe riferirsi tanto a un old-blogger che a un no-blogger). Soffermiamoci su un'analisi comparata tra il neo-blogger e il no-blogger, dal momento che entrambe le specie animali in questione popolano questa unità abitativa. Un raffronto è quindi facile ed immediato.

Il no-blogger si sveglia la mattina generalmente grazie al deciso intervento di una gnoma. Si alza rintontito. Procede verso il bagno. Ci si chiude dentro per un tempo non determinato.

Il neo-blogger si sveglia la mattina generalmente grazie al deciso intervento di una gnoma. Si alza rintontita. Procede verso il pc. Il rintontimento sparisce e subentra una certa euforia. Preme il tasto di accensione. Va in bagno. Ci si chiude dentro il minimo necessario.

Il no-blogger torna dal bagno e fa colazione. Gioca con la gnoma, legge il giornale su internet. Fa altre attività socialmente utili.

Il neo-blogger torna dal bagno e fa colazione in fretta. Apre il suo blog. Controlla quante persone hanno letto il blog durante la notte, magari con la complicità del fuso. Se il numero è inferiore a 3, il neo-blogger mostra disappunto e medita di chiudere il blog, se inferiore a 5 ci resta semplicemente male, se inferiore a 10 se ne fa una ragione, se superiore a 10 capisce che il mondo ha capito l'utilità sociale del suo blog e prova enorme soddisfazione.

Il no-blogger legge, guarda un po' di tv, compie delle incombenze domestiche.

Il neo-blogger pure, ma deve cliccare sul suo blog numerose volte al giorno (tanto il contatore non tiene conto delle sue visite), per vedere se ci sono novità o commenti.
Se non ci sono commenti perché non ci sono state visite, il neo-blogger pensa che il mondo è cattivo e medita di chiudere il blog. Se non ci sono stati commenti ma ci sono state visite, il neo-blogger pensa che solo i suoi lettori siano cattivi. A volte pensa che siano stupidi, ma poi si dice che se leggono il suo blog tanto stupidi non possono essere. Allora li perdona, perché in fondo vuole loro bene. Rimane male, però.
Se ci sono invece commenti di persone a lui note, sente di volere ancora più bene a queste persone. Se ci sono commenti di persone a lui non note, decide che deve saperne di più. Come sono arrivate al suo blog? E perché? Sono blogger anche loro? Se sì, hanno sicuramente un blog intelligente tanto quanto il suo.

Il no-blogger vive i fatti per come avvengono. Non li elabora. O forse sì, ma se lo tiene per sè.

Il neo-blogger vive i fatti in funzione del blog. Tutto è a rischio di trasformazione post. Questo potrebbe spaventare il convivente no-blogger.

Il no-blogger il fine settimana non lavora.

Il neo-blogger scopre che nel fine settimana (il sabato più che la domenica) più gente legge il suo blog. Allora lavora il doppio.

Il no-blogger non sa nulla di statistica e se sa qualcosa, usa l'argomento per fini socialmente utili.

Il neo-blogger non sa nulla di statistica, tranne quello che riguarda il suo blog e che gli dicono i suoi contatori. Ma ha studiato più statistiche da quando ha aperto un blog che da quanto è nato.

Il no-blogger pensa che il neo-blogger scriva un blog per un sano bisogno di esprimersi.

Il neo-blogger pensa di scrivere perché se non dice quello che pensa a qualcuno che capisca la sua lingua potrebbe esplodere. Pensa però anche di offrire un servizio alla società. A chi nello specifico ancora non è noto al neo-blogger. Forse lo sarà quando passerà alla categoria successiva, old-blogger.

Il no-blogger se non lavora si chiama disoccupato.

Il neo-blogger no. Si chiama, comunque, blogger.

Il no-blogger pensa che il neo-blogger stia impazzendo.

Il neo-blogger concorda.

sabato 20 giugno 2009

Ignoranti della libertà.

Il nostro papi ha dato il meglio di sè in uno show a Cinisello Balsamo.
Evidentemente sono sfuggiti agli uomini che fanno sì che le sue piazze siano chiuse, come dice Grillo, dei comunisti (ovviamente dei fantasmi, perché i comunisti sono spariti tutti. L'ha detto lui).
Ebbene, qualcuno di questi comunisti l'ha contestato.
E lui se l'è presa con gli Aquilani. Gli stessi aquilani che ha rifiutato di incontrare l'ultima volta che è andato in città. Perché tutti i giornali di regime (e non) dicono che lui va all'Aquila. Lui, il nostro presidente della gente. Ma nessuno dice che con la gente, che si è accorta di essere presa per il culo, non parla mica, eh, il nostro presidente della gente.
Riporto dal suo discorso, che con una certa enfasi recita:

"Si sono messi a strumentalizzare la paura, la speranza, il dolore, i morti."

Chi? Ora io vorrei sapere chi? Come si permette, questo meschino individuo messo a governare un paese solo per l'inettitudine di quello stesso paese, di parlare di strumentalizzazione?
Lui. Lui che se ne sta nella sua villa mentre la gente si prepara all'idea di affrontare un'estate e un autunno nelle tende.
Le tende saranno attrezzate con i condizionatori.
Certo.
Cretino, i condizionatori funzionano in un ambiente chiuso, non in una tenda sotto al sole.
Nelle tende vivono a gruppi di tre famiglie anche. Bambini, vecchi, coppie. Tutti insieme. Nella promiscuità più assoluta.
Mentre papi se ne andava in giro a promettere tre case (che qualcuno mi dica che fine hanno fatto, queste tre case), la gente si è svegliata.
Si è accorta di essere costretta a pagare per entrare nelle tendopoli a visitare un figlio.
La gente, nelle tende, non ha sogni. Non ha speranze. Non fa più l'amore, la gente nelle tende, che magari fare l'amore aiuta a sentirsi meno soli, perché divide la sua tenda con altre persone.
La gente nelle tende non può riunirsi, che subito arrivano i servizi di sicurezza a sentire quello che hanno da dire, questi sediziosi.
Le gente nelle tende, però, sa di essere ricattata dal governo e dalla protezione civile. Secondo Misskappa, l'on. Straguadagno avrebbe detto ai manifestanti aquilani: "visto che non avete il danaro per operare in autonomia dal governo centrale, non potete avanzare pretese. O questo, o niente".
Vi consiglio di leggere questo intervento e di guardare le foto, di guardarli in faccia, questi sediziosi. Chiaramente pericolosi.
E papi si permette di parlare di strumentalizzazioni.
Gli Aquilani, che manifestavano il loro sacrosanto diritto a vedere stanziati soldi per l'abruzzo, e non chiacchiere, a vedere un po' di chiarezza, a capire perché la ricostruzione viene affidata solo a ditte del nord mentre quelle abruzzesi vengono automaticamente escluse sulla base di gare d'appalto fasulle.
Gli Aquilani chiedevano di capire perché la ricostruzione viene affidata a quelle stesse ditte che sono state responsabili già una volta della caduta della città. Gli Aquilani chiedevano il riconoscimento delle responsabilità.
Gli Aquilani hanno scritto al Presidente Napolitano, perché, invece, il presidente della gente se ne è fregato, di cosa pensava la gente. Potete leggere la loro lettera qui.

Per concludere, riporto un'ultima frase che papi ha urlato, con tutta la sua rabbia.

"Non avete dignità, non sapete cos'è la democrazia, non sapete cos'è la libertà. Siete ancora ed oggi come sempre dei poveri comunisti."

D'altronde lui sì che può permettersi di darci lezioni di democrazia. D'altronde, ecco come alcuni esponenti di An festeggiavano la caduta del governo Prodi. Questa è democrazia.

Papi, che parla di progetti eversivi, che usa a sproposito la parola comunista, senza neanche capirne il significato, come tutto il suo popolo della libertà, a cui, se chiedi cosa significa quello che usano ormai come un insulto, non sanno rispondere, perché pensano che comunista sia come dire interista, lui sì che è un maestro di libertà.

Papi non è un problema solo per i comunisti.
Papi, quell'individuo che crede che il voto popolare possa cancellare la questione morale di un uomo che usa il suo potere e i suoi soldi per comprare il corpo di una donna, è un problema di tutti noi.
Noi, uomini e donne di destra e uomini e donne di sinistra.
E in realtà non è neanche papi il problema.
Il problema è il senso di scadimento generale della politica, a destra come a sinistra, che consente che personaggi insulsi come questo individuo, capaci solo di gestire aziende (e uno Stato non è un'azienda) abbiano in mano il potere.
E' il vuoto di significato che il termine politica riveste, che è un problema. Politica che non riesce ad attrarre tanto quanto "Uomini e Donne" gli Italiani.
E allora dobbiamo ricominciare a fare politica dal basso, dalla base. Svincolare la politica dal partitismo. E insegnare a papi che è questa la democrazia, è questa la libertà.


venerdì 19 giugno 2009

Calcio familiare

Per ovvi motivi la partita di ieri ha sconvolto gli equilibri familiari. Nonostante il calcio non sia propriamente la mia passione, un incontro tra l'Egitto e l'Italia doveva in qualche modo lasciare il segno. D'altronde io e zio sodellaromaperché, che poi sarebbe mio fratello, come spiegherò in un post a venire, abbiamo numerose volte preso in giro il consorte perché la sua nazionale (e anche la sua squadra) vince tutto, secondo il nostro umile parere, grazie a loschi giochi di corruzione calcistica su cui non possiamo dilungarci. Al contrario, secondo zio sodellaromaperché, la Roma, invece, perde sempre a causa di similmente loschi giochi di corruzione calcistica, su cui non ci dilunghiamo neanche stavolta per par condicio. Per quanto riguarda le nazionali, invece, che ne parliamo a fare? Noi campioni del mondo (meritatamente, ovvio), loro il mondiale lo vedono da lontano, secondo zio sodellaromaperché perché non in grado di gestire i suddetti loschi giochi di corruzione calcistica agli alti livelli.
Come è andata a finire la partita di ieri lo sappiamo tutti. Non tutti sapete, però, cosa è accaduto in questa casa tra le 20:30 e le 22:00. Il che mi sembra anche giusto, considerando che è vietato fare foto nelle proprietà private e poi rivenderle ai giornali stranieri.
Sarò quindi costretta, per completezza di informazioni, a farvi un breve sunto.

Ore 19:30: il consorte si connette al pc alla ricerca del canale giusto (non abbiamo la tv)...deve aggiudicarsi un posto in prima fila (pure sul pc prima arrivi e meglio alloggi)
Ore 20:00: mettiamo a preparare la pappa e laviamo la gnometta. Il consorte continua a lanciare l'occhio sul pc.
Ore 20:20: il consorte si ricorda che non ha fatto il ciambellone (incombenza che gli riesce perfettamente e meglio di me). Il consorte cerca di fare un ciambellone lampo.
20:30: il consorte non fa in tempo e cambia strategia. Sposta il pc in sala da pranzo. Io cerco di sfamare la gnometta con un commentatore arabo che urla petulante.
20:40: la gnometta è più interessata al commentatore petulante che al mio cucchiaino. Inizio a premere perché la missione ciambellone si concluda alla svelta.
20:50: la missione ciambellone si conclude. Il consorte passa a sfamare la gnometta e io vado a farmi la doccia (volete mettere la mia mezz'ora di relax quotidiano e l'Italia?!Ma chi se ne frega!!!)
Orario indeterminato: sento urla inquietanti provenire dalla cucina. Poi sento il consorte che parla con qualcuno al telefono. Bene, è vivo. Apro di più l'acqua.
21:15: esco dal bagno e vengo informata nell'ordine che:
1. l'Egitto ha segnato e quanto sono bravi un gol bellissimo fantastico meraviglioso.
2. il commentatore ha strillato talmente forte che l'hanno dovuto sostituire.
3. la gnoma non ha mangiato.
4. l'amico tifoso egiziano ha chiamato perché la partita familiare era troppo importante.
Il secondo tempo ce lo guardiamo insieme, mentre ceniamo. Cerca di a convincermi che ci siano loschi giochi di corruzione pure qua e che l'arbitro capovolgerà il risultato (come dire...buttiamo le mani avanti prima che...). Non succede, anzi. I faraoni travolgono i campioni d'Italia, come recitano i giornali. Tra l'altro, chi inventa sti titoli dovrebbe mettersi a collezionare figurine, al massimo.
Al fischio di fine scatta la corsa verso il telefono. Il consorte non si accontenta di prendere in giro me. Cerca di chiamare zio sodellaromaperché, il quale, per motivi tuttora incogniti (esistono giustificazioni ufficiose, ma non ancora confermate) non risponde. Questo aggrava la sua posizione, ovviamente.
Nel frattempo la gnometta è visibilmente affranta. Tifa Italia, è evidente.
Il consorte sostiene che è invece contenta. Tifa Egitto, è evidente, dice.
Punti di vista.
Stamattina ho trovato un cartello appeso alla porta:
AAA cercasi genitori non sciroccati. Astenersi perditempo.
Cosa vorrà dire?!!?

martedì 16 giugno 2009

Invisibili... Palesatevi!!!


Che effetto vi farebbe sapere di essere spiati??
No, diciamolo... Un effetto per nulla piacevole... Voi state là, magari pensate di parlare con poche persone, gli amici fidati di sempre... O magari convinti di parlare da soli, ché tanto di sti tempi non è del tutto impossibile... Siete tutti presi dal discorso, vi infervorate...E all'improvviso, mentre state ancora col dito alzato, quello dell'infervorazione massima..... vi rendete conto che siete in una sfera di vetro, e che tutti vi guardano.... E magari voi siete ancora in pigiama e con i capelli spettinati...
Ecco, è per lo meno imbarazzante.
Da quando ho messo questo contatore malefico sul mio blog scopro che si connette al mio blog gente dai posti più disparati...Alcuni riesco anche ad identificarli... Che so, Egitto, Germania (il fidanzato), Camerun... Altri mi restano oscuri.... Tipo...Chi diavolo legge il mio blog dall'Austria?! E dalla Svizzera?!! La cosa dovrebbe lusingarmi, e effettivamente lo fa. Però... c'è un però...
Ora, capisco che nell'atto stesso di aprire un blog ci si espone al rischio di essere "spiati", ma devo dire che mi imbarazza...
Insomma, questo blog era nato con l'intento di comunicare, di condividere notizie... E invece mi trovo a suonarmela e cantarmela da sola...
Per di più, con la consapevolezza di essere in mutande, nel senso che qui esprimo tutti i miei più pensieri.
Sì, concordo. ragionamento contorto. Sono io che mi sono messa in mutande in vetrina e ora mi lamento, invece di accettarne i pro e i contro.
Però quando si è in vetrina si può guardare chi c'è dall'altra parte.
Insomma, ripeto, lo scopo era comunicare, e non semplicemente esporvi il mio pensiero, che non credo neppure possa essere tanto interessante, di per sè. Una comunicazione non è mai univoca, e questo invece mi sembra un monologo.
Dunque, invisibili, palesatevi. Tanto lo so che ci siete. Però mi inquieta sapere che mi guardate, magari vi fate pure due risate alla faccia mia, ma non parlate.
Usate sti benedetti commenti, insomma. E' semplice... Cliccate su commenta e scrivete quello che volete, lasciate un segno di essere passati... Fosse pure solo un: "Che schifo!"... Certo, commenti costruttivi che diano la possibilità di aprire una discussione sarebbero più consoni...
Ma fatevi coraggio, cavolo, non ho neppure messo la moderazione, potete tranquillamente insultarmi in diretta davanti ai miei due milioni di lettori. Apprezzeranno. Si sa, i miei lettori sono democratici.

E comunque mi sento di stare con gli Iraniani, in piazza.

A questo punto inizio a dubitare anche io di quello che sta succedendo in Iran. Non riesco a credere che centinaia di migliaia di persone scendano in piazza tanto per.
Mettiamo anche la possibilità (che poi è una realtà) che i media e l'attenzione internazionale quando si tratta di diritti umani si concentrino solo su determinati dossier (Iran, Afghanistan, prima Saddam Hussein, Cuba e cose così) lasciandone da parte altri (vedi ad esempio l'Egitto, a detta dei nostri governi un paese moderato, Israele e le sue violazioni dei diritti umani, Guantanamo Bay, che è venuto fuori solo grazie all'impegno strenuo di determinate organizzazioni, l'Italia stessa e le sue politiche nei confronti degli immigrati), e che questo faccia parte del disegno generale guidato da potentissime forze oscure per dividere il mondo in buoni e cattivi. Mettiamo che a noi quelli che vengono definiti "buoni" (Israele, USA, in alcuni suoi atteggiamenti anche l'UE) stiano pure un po' anticipatici per la loro pretesa di imporre la propria visione del mondo e di considerarla la migliore delle visioni possibili. Mettiamo tutto questo.
Non credo, però, che questo basti a giustificare l'indifferenza per le più palesi violazioni dei diritti umani, come sta avvenendo in Iran. Non credo che perché "tanto tutti ne parlano", proprio noi di sinistra, a cui i diritti in altri casi stanno molto a cuore, possiamo fregarcene. Non credo che perché questo dia fastidio alla nostra teoria, dobbiamo fare finta di nulla. L'ignavia non mi è mai piaciuta, come ho fatto presente già dal mio primo post, e non mi piace ora.
Ecco perché credo che dovremmo riflettere su quello che sta accadendo. Un minimo di coerenza.
Ci sono dei fatti oggettivi, e io a tali fatti oggettivi mi attengo. Li considero oggettivi perché denunciati anche da Amnesty International, e conosco poche organizzazioni che possono vantarsi di imparzialità tanto quanto Amnesty.

  • migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per sollevare dubbi sulla correttezza delle elezioni
  • questi manifestanti sono stati dispersi in modo violento (manganelli, gas urticanti e cose così)
  • almeno 170 oppositori sono stati arrestati. Tra essi numerosi "orchestratori" delle proteste
  • un centinaio di poliziotti hanno fatto irruzione nella casa dello studente. Anche il presidente del Parlamento Ali Larijani ha chiesto chiarezza al Ministro degli Interni.
  • l'accesso a You Tube, Facebook, ai siti dei candidati di opposizione sono stati impediti
  • l'invio di SMS è stato reso quasi impossibile
  • questa mattina Gholamali Mohseni-Ejei ha annunciato anche che "i 26 principali elementi dietro ai disordini degli ultimi giorni a Teheran sono stati arrestati".
  • sette persone sono state uccise.
  • Khamenei ha ordinato di aprire una inchiesta su eventuali brogli, come richiesto da Moussavi.
Vi segnalerei anche questo video, che è circolato grazie a Twitter (bisogna essere iscritti a Facebook per visualizzarlo. Se non lo siete e non avete intenzione di farlo, potete visualizzare altri video sul blog che segnalo), e questo blog fotografico. Perché a volte le immagini comunicano più di ogni parola.
Se di rivolta si tratta, intendendo con rivolta quello che intendeva Camus nel suo meraviglioso "L'uomo in rivolta" (e non il significato comune e volgare del termine rivolta) io sono, certamente e senza alcun dubbio, con loro. Mi sento in ogni singola immagine, in ogni singolo scatto, in ogni singola emozione che è riuscita ad arrivarmi.
Se si tratta invece di manifestazioni che moriranno in pochi giorni, allora, nel momento in cui chiediamo giustizia per i nostri morti nelle nostre manifestazioni, abbiamo il dovere morale di chiedere giustizia anche per i loro morti nelle loro manifestazioni.

lunedì 15 giugno 2009

trio d'assi

Una di quelle scene che le vedi e dici: ma nooooooooo.... non ci credo! E mentre succedeva io dove diavolo ero?!

(ah già...in questo posto fantascientifico in cui a Giugno ci sono 10 gradi...).

Mario Giordano, che è uno che quando lo vedo (ebbene sì. Non trovo espressione in italiano corretto che meglio calzi) provo il vivissimo desiderio di tirare il telecomando contro la televisione sperando nel teletrasporto attraverso il tubo catodico, Fedele Confalonieri (argh) e Mariastella Gelmini (e qui mi censuro da sola prima di scadere in un linguaggio poco consono a una gentil donzella come me) presentano alla Mondadori di Milano un libro sulla scuola, di cui nulla so e nulla voglio sapere, dati i tre soggetti.
E cosa accade???
Un gruppo di genitori e insegnanti fa irruzione nella sala distribuendo la disastrosa pagella della Gelmini.
Il gruppo (ovviamente, comunisti. Oppure manipolati dalla sinistra. Non si sa cosa sia peggio ancora) costringe gli interlocutori ad alzarsi ed andarsene. Non capisco perché. Avrebbero potuto discutere della pagella della Gelmini e vedere di portare qualche 4 al 6 politico.
Ah già, non si può più.
Beh, allora le sta bene.


teorie e pratiche della genitorialità.


Prima:
Cambiare i pannolini di Sofia sarà una gioia. Non capisco perché ti lamenti. Sono i pannolini della nostra bimbina adorata!!!!

Adesso: No, il pannolino sporco di prima mattina no. Cambialo tu. Ne hai cambiati due in meno ieri.
Che c'entra che i miei erano puliti?! No, tocca a te!! Daiiiiiiiiiiiii..... ok..... vado.... sniff....

Prima: La gnometta non dormirà mai nel lettone. Capisci?! La coppia, l'intimità, imparare che quello è il suo posto...

Adesso: Abbiamo scoperto che se vogliamo dormire, la gnometta dorme con noi. Tanto, l'alternativa è una notte insonne. Altro che intimità. Tra un po' in realtà ci caccia dal letto, data la sua simpatica abitudine di dormire di traverso, puntanto testa nella mia schiena e piedi in quella del padre. Poi, all'improvviso, verso le 4 cambia posizione. E poi alle 5 di nuovo.

Prima: Fino alla fine del mio dottorato starà a casa con me. Chi ha detto che non si può studiare con un bimbo in casa? E' tutta questione di organizzazione!

Adesso: Se questi bastardi non mi trovano un posto in un asilo nido vado e butto all'aria tutto l'ufficio. Infami. Ma lo sanno che significa avere un figlio e studiare?!?!??!?!?

Prima: I bambini devono capire che l'ora della pappa è l'ora della pappa, non del gioco.

Adesso: Momento della pappa. Il tavolo sembra una ludoteca.

Prima: Io sarò una mamma diversa. Non come queste tipiche mamme italiane, così apprensive... A 15 anni non sarà lei a chiedermi di andare all'estero. La manderò io. E se non vuole andare, ce la manderò lo stesso.

Adesso: Cosaaaaaaaa?????? Otto ore all'asilo nidoooooooooo?!?!??! Ma siamo pazziiiiiiiiii!!! Mi mancherà troppo. Non se ne parla!!! Che c'entra che l'ho detto io?! Non si può fare un po' meno?

Prima: Ai bambini la televisione proprio no. Sarò irremovibile.

Adesso: Beh, ma Youtube non è proprio televisione.... Se mentre lavo i piatti ascolta un paio di canzoni che le piacciono, che sarà mai!?!?

Prima: I bambini non piangono mai senza motivo. Un motivo ci sarà, se piange. Bisogna essere comprensivi.

Adesso: Senti gnoma, adesso se non mi dici perché piangi io... io.... io....uèèèèèèèèèèèèèèèèèèè...... sono una mamma terribile!!

Prima: Prima della colazione sono intrattabile. Guai a chi si avvicina, posso mordere. Anche la gnometta lo capirà.

Adesso: An-na an-na an-na.... E vengo svegliata sempre troppo presto da baci bavosi, morsi e sleccazzate. Ovviamente prima della colazione. Eppure, sono felice così.

domenica 14 giugno 2009

di progressi e processi...


Il prossimo 15 giugno Barack Obama incontrerà alla Casa Bianca il premier italiano Silvio Berlusconi. Ci permettiamo di ricordare al Presidente Usa alcune cose che riguardano il nostro Presidente del Consiglio.
In 10 punti (che trovate in inglese e in coda in italiano) ripercorriamo un pò della sua storia attuale e meno recente, alcune sue memorabili dichiarazioni e scelte politiche diametralmente distanti dallo spirito e dai valori del presidente americano.
Vi invitiamo pertanto a copiare il testo (la parte in inglese) della lettera e incollarlo nel form del sito della Casa Bianca all'indirizzo:
http://www.whitehouse.gov/contact
Inserite i vostri dati e inviate la lettera (e invitate i vostri amici ad iscriversi a questo gruppo e fare altrettanto). Facciamo in modo che Obama e il suo staff conoscano il parere di molti italiani su Berlusconi, come persona non gradita per le sottoindicate ragioni (tante altre ce ne sarebbero ma le abbiamo condensate per maggiore funzionalità)


To the President Usa Barack Obama

The White House
1600 Pennsylvania Avenue NW
Washington, DC 20500
FAX: 202-456-2461


On the next June, 15th Mr. Barack Obama will meet the Italian Premier Silvio Berlusconi.
On this occasion, we would want to remind Mr. Obama the following 10 facts about Berlusconi:

1) Mr. Berlusconi was a member of P2 mason lodge, a secret society with the purpose of getting to the power by controlling justice and medias;

2) Mr. B. owns the 3 main italian private TV broadcasting networks, as well as a commercial empire which configures him as the world champion of interest conflict;

3) Judge Paolo Borsellino, killed by the mafia, released an interview to some French journals 2 months before dying, and hinted more than once at the supposed relationships of Mr. Berlusconi and his right-hand man Marcello Dell'Utri with the mafia;

4) Under the various B. governments, many ad-hoc ("ad personam") laws have been approved in order to lighten his own eventual trials and prosecutions. The last one, called "Lodo Alfano", suspends every prosecution in charge to the Ministries' Council President all through his government term, thus constituting a unique situation in the whole European Community;

5) Foreign newspapers (surely not all of them left-wing) are constantly disgusted by Mr. B.'s offensive sentences and behavior. Particularly infamous are his jokes about Mr. Obama's "suntan" or about the "superior Western culture";

6) Mr. B. has been a great supporter of Mr. Obama's predecessor. He said: "history will tell what a great president, the greatest of all, George W. Bush has been". Mr. B. has also called Bush as a "man with great principles, ideals and vision, but most of all, a man who has been able to pursue such a vision"

7) Rather than promoting the use of alternative energy sources, Mr B.'s government has reintroduced the use of nuclear power, thus disregarding the popular will that, by means of a referendum vote, had dismissed this energy alternative in 1987;

8) Mr. B. has recently stated that "Italy is no multicultural land" , and the Italian government is now proceeding to mass-evictions from the national territory;

9) While You, Mr. Obama, have publicly praised the press, since it constitutes a watch-dog against the misuse of power, there is not a single day in which Mr. B. does not openly attack the press;

10) "It's over. I cannot stay anymore with a man who dates minor girls". "I tried to help my husband as one would do with a sick person". These last sentences were said by the Italian Premier's wife, Mrs. Veronica Lario, after the recent revelations about her husband's meetings inside their private manor, whose scandalous pictures are now going all around the world.

Tratto dal gruppo fondato su Facebook da Stefano Corradino. Potete cercarlo, se siete iscritti, a questo link.

camomilla e zenzero


Apro un occhio. La gnometta non c'è. Neppure il padre.
Bene, staranno cambiando il pannolino. Ma che ora è? Saranno le 7, come al solito. Strano però, non mi ha svegliato lei che cerca di nutrirsi sleccazzando tutto quello che trova a portata di mano che vagamente le ricordi me.
Allungo il braccio, afferro il cellulare.
Le 10:15?!?!?!?
Cosaaaa???? Ecco, sicuramente si sarà rotto il telefono! Figuriamoci....
Tornano figlia e fidanzato dal bagno e mi illuminano: no no, sono proprio le 10:15. Gnometta ha dormito finora.
io: Ma ti ha svegliato lei?
lui: no no, mi sono svegliato da solo.
io: Cosa? Ma non capitava una cosa del genere più o meno da quando la gnometta era così piccola che ancora non la sentivo muoversi nella pancia (Perché quando era abbastanza grande da farsi sentire, mi ha sempre svegliata in orari più o meno improbabili).
lui: ma l'hai allattata?
io: ma sì, verso le 6-7-8 credo...dormivo... ma poi si è riaddormentata.
lui: e di notte?
io: no, di notte no.
lui: cosaaaaa??? di notte no?!??!?! cosa sarà successo??? Le è passata la fame? Diventerà anoressica ora?!?!
io: Ma che anoressica. Guarda che ciccia su questi cosciotti!!! Forse la cena. Era più tardi del solito.
lui: mmm.... ma no... non ha finito neppure tutto.
io: mmmm...
lui: cosa hai detto che c'era in quella tisana che hai bevuto ieri sera?
io: camomilla....
lui: e poi?
io: zenzero... ma perchè, dici che....???
lui: non lo so. Forse.
io: Cosaaaaaaaaaaa???? Allora sbrigati, andiamo, scendiamo, dobbiamo comprare tutte le confezioni disponibili sul mercato. Non sia mai che finiscano.
lui: Amore, ma hai detto che faceva schifo....
io: Fa niente. Per la causa questo e altro.

Troppo amore...


Ieri sera alle 23.30 la gnometta era ancora vispissima e aveva una gran voglia di giocare.
Sicuramente più di me e del fidanzato, che avevamo dormito poco (perché l'infingarda si sveglia alle 7:00, inizia ad agitarsi finché noi ormai rassegnati non ci alziamo e facciamo colazione, e poi verso le 9:30 si riaddormenta, fino a ora di pranzo...) ed eravamo distrutti.
Abbiamo provato a cantare, a cullarla, a coccolarla. Nessun effetto. Esplorava i meandri del letto (il nostro ovviamente) con la stessa eccitazione di un esploratore che stia per scoprire i resti di Atlantide.
Poi il fidanzato pronuncia la frase geniale:
Amore di papà, ti giuro che se ti addormenti io e mamma ci addormentiamo subito dopo di te, nient'altro.
Tempo trenta secondi e dormiva.
Le possibilità sono due. O questa figlia ci odia, o ci ama troppo e vuole averci tutti per sè.


sabato 13 giugno 2009

Bambini di serie A. Bambini di serie B.


Il Comune di Milano ha deciso che i figli degli immigrati irregolari non potranno partecipare alle colonie estive. Dopo aver provato in tutti i modi a buttarli anche fuori dalle scuole, a ridicolizzarli scrivendo i loro nomi sulle lavagne e altre amenità simili, adesso i detrattori dell'uguaglianza di trattamento tra bambini, bambini diamine, riescono ad avere la loro piccola vittoria.
Mi chiedo cosa possa esserci nella testa di una persona così mentalmente chiusa da provare piacere nel firmare una circolare in cui vieta a dei bambini, ribadiamolo, bambini, di poter usufruire degli stessi diritti di un altro bambino.
Questa è davvero un'emergenza razzismo, e non è possibile fare finta di nulla. Non è possibile neppure ironizzarci sopra, neppure per me.
Mi domando come si sviluppi questo maledetto seme del razzismo, come venga istillato nelle persone, quando avviene quell'odioso fenomeno per cui si è davanti al punto di non ritorno: diventare razzisti o meno.
Quando è che la nostra coscienza inizia ad accettare un discorso così ignobile, e inizia a metabolizzarlo al punto da trovare normale che persone impresentabili come i razzisti delle Lega Nord abbiano dei ministeri. Quando delle persone impresentabili come Bossi, a cui io non affiderei neppure una confezione di mayonese, diventino ministri. Ma l'avete sentito parlare, dico io?! Avete sentito con che linguaggio da osteria da quattro soldi si esprime?
Eppure, gli italiani continuano a votare questa gente, a consentire questo scempio. L'unica spiegazione che riesco a darmi è che ci stiamo trasformando in un popolo di pecoroni ignoranti, e il fatto di essere rappresentato da pecoroni ignoranti non solo non ci disgusta, ma ci eccita, esalta l'immaginario collettivo.
Si fanno storie agli immigrati che non sanno l'italiano, ad alcuni di essi viene rifiutata la cittadinanza su questa base. Mentre agli ignoranti che ci governano nessuno fa un esame di italiano. Finché l'ignoranza continuerà a dilagare, dilagherà anche il razzismo. Perché, per quanto possiate cercare di convincermi del contrario, soltanto dell'ignoranza può essere figlio il razzismo.
E di conseguenza, nonostante mi senta profondamente in colpa per questo, io continuerò a guardare con la puzza sotto al naso chi continua a votare per questa gente e a consentire che questo schifo abbia luogo.
Mi viene in mente la Repubblica di Platone, che forse dovremmo rileggere. La nostra non è altro che una città dei porci.

venerdì 12 giugno 2009

I diritti degli immigrati lavoratori.

I miei due milioni di lettori si saranno accorti della mia assenza.
Ebbene sì.
Ero in vacanza. A Praga per l'esattezza. Una città meravigliosa. Quello che più conta, con la mia famiglia.
E per di più lontana dai giornali durante le elezioni europee. Cosa volere di più dalla vita?
Me ne sono tenuta lontana ancora per due giorni. Poi la la visita di Gheddafi è stata una calamita.
Lasciando stare Gheddafi, che si commenta da sè, vorrei attirare la vostra attenzione su un altro punto.
Non sarà la legge sulle intercettazioni, perché anche quella si commenta da sè, e per la quale vi invito piuttosto a firmare questo appello.
Sarà altro. 
Il mondo è pieno di organizzazioni internazionali che si divertono a attaccare l'Italia senza alcun fondamento. Ora ci si mette anche l'International Labour Organization, che ha convocato il governo a rispondere a accuse di discriminazioni contro i lavoratori stranieri. Unico paese europeo ad essere convocato. 
E perché?! Ovviamente sarà un complotto della sinistra.
Ma se così non fosse... perchè?!
Gli Italiani non sono razzisti. 
Anzi.
Iniziano sempre le loro frasi con un "Io non sono razzista, ma...".
Sentono il bisogno di dirlo, che non sono razzisti. Poi magari aggiungono un "ma li ammazzerei tutti, sti rom", ma dicono di non essere razzisti.
Questo è ancora più assurdo, perché si rendono conto che il razzismo è un concetto fondamentalmente orrendo, eppure lo sono, e lo negano. Tranquillizzano le loro sporche coscienze,  soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti, giustificandosi davanti a loro stessi.
Non violano la norma morale che pure sentono incombere su di loro di non poter essere razzisti. Ne creano un'altra. Non essere razzisti fino a un certo punto.
Questo certo punto si sta drammaticamente restringendo, e ormai la norma è ascoltare discorsi razzisti ovunque, dal supermercato, alla metro alle sale parto. Discorsi razzisti che negano di essere tali. Ormai l'Italia stessa ha creato un discorso razzista, alimentato dalle istituzioni e in particolare dalla Lega Nord, e i nostri figli lo assorbono come spugne.
Recentemente un bambino di 4 anni è stato picchiato perché nero
Eppure quando io andavo all'asilo si facevano quei bei cartelloni, quei bei disegni con i bambini di tutti i colori che si tenevano la mano. Oggi invece i bambini di quattro anni vengono picchiati perché neri. Ovviamente vengono picchiati da altri bambini di quattro anni non neri perché i loro genitori hanno veicolato questo messaggio. I bambini neri sono bambini che valgono meno dei bambini bianchi, quindi picchiarli è giusto. Non perché noi siamo razzisti, ma perché loro valgono meno.
E gli Italiani continuano a dire di non essere razzisti. E il governo continua a respingere queste accuse dichiarandole ingiuste.
Tutto questo mi fa sentire profondamente inadeguata.


venerdì 5 giugno 2009

Di bugiardi e spergiuri.

Perché non si dica che infatuata da Obama mi dimentichi del nostro ancora senzanome.
Ecco a voi che senzanome dice che un primo ministro spergiuro dovrebbe dimettersi.
Se si scoprisse che lui ha giurato il falso si dimetterebbe subito.
Finalmente siamo d'accordoooo!!!!
Ma... ma... un momento.....

Ma non l'aveva già fatto?! 

"Giuro sulla testa dei miei figli di non aver mai saputo niente di questo ed escludo che possa essere successo, e giuro da presidente del Consiglio, dicendo che vado a casa un minuto dopo e esco dalla politica se dovesse venire fuori un documento di versamento, una dimostrazione di una donazione di 600 mila dollari a questo signor Mills"


La speranza

C'è una persona che accende ancora quella passione, quel fuoco, quella luce quando leggo di politica. 
Quando ormai credevo che quel fuoco fosse ormai spento per sempre, e che potesse esserci solo spazio per l'indignazione, per la rabbia, improvvisamente sentii un discorso di Obama. Ero in Egitto, la tv era araba, e il discorso era tradotto. Era tantissimo tempo fa, non ricordo precisamente quanto, ma ricordo che ancora nessuno pensava che avrebbe davvero potuto essere lui il candidato democratico. L'idea faceva un po' sorridere tutti. Ma io ci credevo.
Pensai che mi piaceva. Cercai il suo discorso in inglese, e mi piacque ancora di più. Da allora, oh, sarò ingenua, ma me ne sono infatuata, ovviamente politicamente parlando. 
Poi divenne sempre più chiaro che avrebbe vinto. Disse che avrebbe chiuso Guantanamo, e io pensai che l'avrebbe fatto per davvero, che non era una promessa che non avrebbe mai mantenuto (anche perché gli americani non sono gli italiani). 
Avevo sempre provato un certo fastidio per la politica statunitense. Con Obama per me è cambiato tutto. Ho finanche seguito la maratona elettorale e sentito il suo primo discorso da Presidente, cosa che mai avrei pensato di fare.
Senza dubbio molto resta da fare, e tanti dubbi si pongono, come la questione dell'impunità per i carcerieri di Guantanamo, che mi fa inorridire.
Ma io, nonostante tutte le contraddizioni che credo siano inevitabili per un uomo che siede alla Casa Bianca, lo ammiro.
Mi piace. E mi è piaciuto il suo discorso ieri al Cairo.
Mi è piaciuto che abbia esordito con un "As-salam alaykum", per cominciare. 
Mi è piaciuto che abbia parlato di Israele certo, ma anche di Palestina, del diritto dei palestinesi ad avere una patria, di Iran, della possibilità che anche l'Iran abbia un nucleare "pacifico", del fatto che è profondamente ingiusto che alcuni stati possano essere dotati di armi nucleari e altri no, di diritti delle donne, le cui violazioni nulla hanno a che fare con l'Islam, dell'enorme ricchezza della cultura islamica e di quanto ad essa dobbiamo, di microcredito, di sviluppo, di fonti energetiche rinnovabili.
Mi è piaciuto che un presidente americano si sia ricordato che paesi a maggioranza musulmana siano stati capaci di eleggere a capo del governo una donna, cosa che in molti paesi occidentali è ancora un sogno lontano (d'altronde, finché si candida la Santanché... lo spero bene).
Che si sia ricordato dei musulmani americani che lottano per il loro paese tanto quanto i cristiani americani.
Questo, in particolare, mi è piaciuto:

"Tutti noi condividiamo questo pianeta per un brevissimo istante nel tempo. La domanda che dobbiamo porci è se intendiamo trascorrere questo brevissimo momento a concentrarci su ciò che ci divide o se vogliamo impegnarci insieme per uno sforzo - un lungo e impegnativo sforzo - per trovare un comune terreno di intesa, per puntare tutti insieme sul futuro che vogliamo dare ai nostri figli, e per rispettare la dignità di tutti gli esseri umani."

Insomma. Quest'uomo non potrà di certo fare i miracoli, ma sicuramente un Presidente che si ribella alla logica dello "scontro di civiltà" non può che affascinarmi.
E io, sarò anche un'illusa, ma ci credo un po'. E vorrei sbattere questo discorso in faccia a quelle persone meschine che invece sono al nostro governo, che non hanno neppure un decimo della sua statura politica, che sono a confronto il peggio della politica intesa nel peggior senso possibile, che occupano quel posto soltanto perché ci siamo ridotti ad essere pecore, incapaci di leggere i segnali del mondo che cambia, imbrigliati nella logica del discorso razzista che ci sovrasta, diverso = pericolo, sempre e comunque. Gente che alla vigilia del voto europeo dice "C'è chi vuole una società multicolore e multietnica, noi non siamo di questa opinione", lamentandosi che Milano sembra una città africana. Milano dovrebbe ricordarsi, come l'Italia tutta, che se va avanti, è grazie alle migliaia di donne che si umiliano ogni giorno a pulire il culo dei nostri anziani per consentire alle nostre donne e ai nostri uomini in carriera di arricchirsi anche grazie a loro. Alle migliaia di uomini che muoiono per costruire case che poi crolleranno. Alle migliaia di donne che puliscono le nostre case o che tengono i nostri figli, perché ormai una donna emancipata è una donna che si spoglia di quei ruoli che l'hanno tenuta ingabbiata per generazioni: la casa, gli anziani, i figli. Ma non lo fa dividendo le sue responsabilità con un uomo, per carità. Non sia mai che ribaltiamo lo stereotipo della società patriarcale. L'uomo lasciamolo stare sul suo piedistallo. Piuttosto, incrementiamo la schiavitù di altre donne. Da schiave ci siamo trasformate in schiaviste. Milano, come l'Italia tutta, dovrebbe ricordarsi, che se va avanti,  è grazie a decenni di colonialismo. Ma non parliamo del passato, per carità, parliamo delle risorse che continuiamo a sfruttare, a poco prezzo. Parliamo delle donne e degli uomini che sfruttiamo oggi.

Ma in fondo non è neanche questo che vorrei fare. In fondo vorrei, semplicemente, che più gente parlasse come Obama. Penso al PD italiano e mi viene lo sconforto.
Vorrei che non vivessimo ingabbiati in un discorso razzista, inteso a la Foucault, ma che fossimo capaci di crearne un altro, diverso. E di viverlo. Perché il razzismo dovrebbe oggi essere inaccettabile. E invece è la norma.

giovedì 4 giugno 2009

Sondaggio

Chi legge il mio blog e chi ha parlato con me per più di cinque minuti sa come la penso sull'uomodelsettantacinquepercento che da adesso in poi cambierà nome.
Ne propongo tre, sta a voi scegliere come da adesso in poi verrà chiamato su queste pagine.
Votate numerosi.
Potete scegliere tra:

papi:
ovvio, banale, breve e conciso. Noemi Letizia non se ne risentirà, se anche noi lo chiamiamo papi.

il complottista:
Ovvio anche questo. L'accusa di peculato è un complotto. I giornali stranieri scrivono quello che scrivono perché manipolati. Finanche la moglie è stata manipolata. Tra un po' si scoprirà che anche lui stesso è frutto di un complotto. Della sinistra ovviamente.

il frainteso:
si commenta da sè. e' l'uomo più frainteso del mondo. Si fraintende da solo, a volte.

Potreste propormi di chiamarlo col suo nome. Proposta ovvia. Risposta concisa: giammai. Il mio blog sarà mio malgrado pieno del suo nome. Qualche strano congegno potrebbe far passare tutto quanto per una propaganda in suo onore. Per carità.  


Per una Repubblica che rispetti le donne

Il 2 Giugno le donne insignite di onorificenze alla Repubblica hanno scritto questo appello. Adesso l'appello è stato aperto alla firma di ogni donna che sente c he c'è qualcosa che non va nel modello che viene proposto oggi di donna, modello che viene proposto non solo dai media, ma purtroppo, anche dalle istituzioni, quelle stesse istituzioni che le donne hanno contribuito a creare e contribuiscono ad arricchire giornalmente.
Il testo dell'appello è il seguente. Potete copiarlo e mandarlo a questo indirizzo:
appelloperledonne@gmail.com

Non dimenticate di scrivere nome, cognome e città.
Segnalo inoltre questo documentario,  per chi ancora non lo avesse visto, su come la donna venga presentata nei media italiani. Davvero ben fatto.
Questa p invece la versione in inglese. Vi prego di diffonderla, se potete, ai vostri amici stranieri.

Se non riuscite a vederlo bene sul sito, potete cercarlo su youtube.

Noi donne siamo una risorsa importante del Paese, dall’ambito familiare e sociale a quello professionale e istituzionale.
Siamo in prima linea nell’impegno quotidiano di cura e di lavoro che svolgiamo con dedizione, competenza e serietà. Eppure oggi le donne assurgono agli onori delle prime pagine dei media se sono compiacenti verso i “potenti” e asservite ad un modello mercificato e lesivo dell’identità femminile.
Se il presupposto è questo, per le donne italiane si prefigura un futuro difficile. Non solo per la crisi economica di cui pagano, più degli uomini, lo scotto nel mercato del lavoro, ma soprattutto per la strisciante corruzione che aleggia, che gioca sull’apparenza come primo requisito dell’affermarsi, falsifica la valorizzazione dei talenti e tradisce le persone.
Siamo alla vigilia delle elezioni europee e guardiamo all’Europa come allo spazio dove si può agire per cambiare questa mortificante situazione. Per portare avanti uno sviluppo personale e sociale basato sulle pari opportunità e sul merito.
Ma come arrivare a questo obiettivo se i contenuti, le candidate e i candidati per il Parlamento Europeo sono oscurati nei media, da un lato dai “finti candidati” che non andranno a Bruxelles e dall’altro dalla insopportabile telenovela che purtroppo riguarda la quarta carica dello Stato.
Se a questo si aggiunge il malizioso bizantinismo con cui sono applicate le regole per i passaggi televisivi, non stupisce la perdurante disinformazione dei cittadini sulle elezioni europee.
Non esiste il confronto tra opinioni diverse, non è permesso un incontro aperto: ma, ci domandiamo, l’Europa non è il nostro futuro? E le donne non hanno, come sempre, la responsabilità educativa nei confronti dei cittadini d’Europa?
In una fase critica dell’Italia, che vede le donne reali alle prese con l’impoverimento delle famiglie, con la precarietà o la perdita del lavoro, con la riduzione delle risorse pubbliche nell’istruzione, nella formazione e nel welfare, si parla d’altro, si censurano i loro progetti e le loro aspettative.
Diamo voce alle donne concrete, serie, costruttive, parliamo dei talenti delle donne impegnate in battaglie responsabili per il futuro dell’Europa, che interessa soprattutto i giovani e le famiglie.
Il 2 giugno 1946 le donne italiane hanno esercitato per la prima volta il diritto di voto, contribuendo alla nascita della Repubblica Italiana. Un diritto che oggi sembra scontato eppure è stato una conquista difficile. Oggi, 63 anni dopo, i principi costituzionali di uguaglianza, diritto al lavoro, dignità della persona appaiono ancora ampiamente inattuati e i toni della campagna elettorale in corso ne sono un’ennesima dimostrazione.
Noi donne insignite di onorificenze al merito della Repubblica; noi donne impegnate nelle Istituzioni, nelle professioni e nel sociale; noi donne candidate al Parlamento Europeo;
vogliamo che il 2 Giugno, Festa della Repubblica, sia un’occasione per riaffermare il ruolo che la donna ha avuto nella costruzione della Repubblica Italiana.
Chiediamo agli uomini delle Istituzioni e della politica di condividere le ragioni e il senso profondo di questo Appello e di impegnarsi con noi per non tradire la fiducia e le aspettative delle nuove generazioni.

mercoledì 3 giugno 2009

Anche le prostitute fanno figli.

Non avevo mai pensato a questa banale verità. Anche le prostitute fanno figli.
E così, mentre cercavamo una soluzione per la gnometta, visto che di asili prima di Agosto 2010 non se ne vede l'ombra, ci siamo imbattuti in un simpaticissimo tagesvater (il maschile della tagesmutter ovviamente) che ha la bellezza di 4 figli e che ancora si diletta a tenere i figli altrui.
Solo per questo ha la mia sconfinata ammirazione.
Mentre si parlava dei problemi che si hanno in città a trovare posto agli asili, ci ha detto una realtà ovvia quanto disarmante. Ovviamente ci ha detto è tanto per darmi un tono, figuriamoci io cosa potevo capire. L'ha detto alla mia insegnante, che mi ha accompagnata.
Le prostitute non sanno dove mettere i loro figli di notte. Il comune se ne frega, e lui non può aprire il micronido anche di notte senza l'autorizzazione del comune. Insomma, ognuno ai suoi problemi: le studentesse squattrinate (come me) non possono pagare il micronido, e per le prostitute che potrebbero farlo il micronido è inutile.
Mi sono sentita un po' stupida e un po' triste.
In 26 anni non mi era mai venuto in mente.
Eppure è ovvio che una donna che studia o lavora deve lasciare i figli a qualcuno.
Ma ai figli delle prostitute nessuno ci pensa.
A volte la banalità si nasconde benissimo.

L'Egitto

Io adoro l'Egitto e tanti di voi lo sanno.
Io adoro l'Egitto per un milione di ragioni che riguardano la mia storia personale.
Il fidanzato, la gnometta, ovviamente.
Ma non solo. Il mio amore per l'Egitto è iniziato prima di conoscere lui e prima di avere lei.
Ci sono ragioni per dire che l'Egitto ha rappresentato una salvezza per me.
Non so che fine avrei fatto, sinceramente, se non fossi stata accolta in un momento determinato della mia vita da quel paese.
D'altronde, non ho mai avuto una visione romantica dell'Egitto, quella costruzione tipica degli orientalisti.
Mi rendo conto che l'Egitto significa qualità della vita sotto terra, condizioni economiche pietose, situazione politica pessima. Tanti europei ci vivono bene soltanto perché la vita costa (o costava) poco, e possono permettersi di fare una vita che in Europa si sognerebbero. Soltanto perché non si interessano di politica, e perché tanto gli stranieri non si toccano. Possono permettersi di dire che l'Egitto è un paese bellissimo, chiusi nell'alto delle loro case, spostandosi tra una spiaggia di Sharm e una di Hurghada.
Non è questo l'Egitto che io amo. 
Questo video rappresenta una parte dell'Egitto. Non ci sono Piramidi, non ci sono Templi. 
Ma al di là delle immagini, che possono anche farci sorridere, ridere forse, quello che mi piace di questo video è che è vero, e che dietro ogni immagine c'è una filosofia di vita. Certo, ci si può fermare solo all'immagine, e avrete passato cinque minuti e trantaquattro secondi divertenti.
Ma si può andare oltre.
Chi di voi conosce l'Egitto sorriderà ricordando di quella volta che...
Chi di voi non lo conosce ne saprà qualcosa in più.
Chi non conosce l'arabo non riuscirà forse a capire tutte le sequenze. Ma la maggior parte sì.
Che paese meraviglioso. Ma questa la capirebbe solo la mia ex conquilina, che non so se è tra i miei 2 milioni di lettori. 
Per concludere, io amo l'Egitto. E amo gli Egiziani. Soprattutto uno. 


Oddio, mi è venuto il diabete da sola...
 


martedì 2 giugno 2009

Obama e l'orgoglio LGBT

Mi si chiude l'occhio destro dal sonno e quello sinistro dalla stanchezza dopo una giornata terribile.
Ma non potevo non segnalare questo scandalo.
La vita è ingiusta. Soprattutto per i gay. E visto che me ne occupo (per studio, che avete capito) da un po' di anni non potevo dimenticarmene. Nonostante Obama abbia perso quale colpo ultimamente con la questione di Guantanamo, resta sempre un mito. Adesso dedica il mese di Giugno all'orgoglio LGBT. Ci rendiamo conto??????!!! Prima di vedere una giornata dedicata all'orgoglio LGBT in Italia la gnometta avrà procreato altri gnomettini. Figuriamoci un mese... Ahahhah... Mi viene da ridere solo a pensarci. 
La vita è ingiusta.




Agli gnomettini l'ardua sentenza. 

Venti domande....

Adesso le domande sono diventate venti
Questi sediziosi non mollano.
Forse il premier risponderà solo per dare una lezione a quell'insolente di Bush che aveva deriso la sua conoscenza dell'inglese.  

la doccia...

Compito di tedesco... A che ora fai la doccia?
La domanda sembrerebbe di una banalità mostrusa.
Errore.
Non lo è affatto. 
Ci sono due scuole di pensiero universali sulla questione della doccia.
Scuola 1: la doccia può essere banalmente un modo di lavarsi come un altro. Puristi della pulizia. E ci mancherebbe. 
Scuola 2: la doccia serve a scaricare le tensioni, a rilassarsi, ecc ecc ecc ecc... 
Esiste poi la scuola di pensiero delle mamme. Sì, perché per le mamme la doccia è sicuramente tutto ciò...Ma è qualcosa in più.
La doccia è la salvezza. Senza doccia una madre fuggirebbe a gambe levate appioppando la gentil creatura urlante al padre al secondo mese (al primo no, perché ancora sono vivi i dolori del parto).
E invece arriva la doccia.
La doccia è magica. E' una via di fuga. Momentanea. Ma rigenerante.
Tu entri. Chiudi la porta. Apri l'acqua.
E scopri che la doccia non è più 5 minuti e via.
La doccia diventa un mondo. Scopri di essere immensamente interessata al sottile gioco di mosaici e intarsi della tua cabina doccia.
Una piastrella, due piastrelle...Saranno di numero pari o dispari?
Scopri la necessità di pettinare i tuoi capelli. UNO A UNO!
Scopri che se apri l'acqua al massimo non senti la creatura urlare.
Non senti il consorte che ti chiede: amooooreeeeee....dove sono i pantaloni della gnometta? 
Amooooreeeeeeee...dov'è la farina di riso?
Amoooooreeeeeee...faccio le zucchine o le carote?
Amooooooreeeeee...quale pastina faccio?
Amoooooreeeeeee...cambi tu il pannolino o lo cambio io (Perché il bagno lo occupi tu!)
Neanche l'uomodelsettantacinquepercento può entrare nella doccia (oddio... non nella mia almeno)!
Niente di tutto ciò. E se anche senti, puoi far finta di non sentire. E aprire di più l'acqua. E tornare a contare le piastrelle. Oh, ce n'è una più di ieri? Ma no. Ma sì. Dai, ricominciamo a contare. Una, due, eins, zwai, wahid, itnein, one, two.. Puoi anche fare esercizi di lingua!
Immensa goduria. E il tempo passa. Almeno mezz'ora.
Chi non ha un meraviglioso gnometto per casa può tacciarmi di cinismo.
Chi ce l'ha, non lo farà. A meno di ipocrisie.

Tornando al mio compito... Quando fai la doccia? 
Non c'è un orario. Basta che la gnometta sia sveglia. Altrimenti che gusto c'è?!
Detto ciò, mi sono giocata per sempre il momento magico... Qualcuno butterà giù la porta per sapere dove sono le zucchine... Che fine ingloriosa... 

volevo scriverci un post...

Volevo scrivere un post su questa questione della macchinazione politica ai danni del nostro uomo preferito ancora in attesa di un nuovo nome... 
Ma poi ho pensato che qualsiasi cosa io potessi dire non sarebbe mai stata più ridicola di quello che lui dice da solo.
Un complotto internazionale.
Ormai il giornale che meglio si esprime su quest'uomo è il Times. Ridicolo. Sempre sintetici, sti Inglesi. 
Se non fosse il mio primo ministro (perché pare sia pure il primo ministro di quel 25...pardon, 27% di persone che non l'ha votato) seguirei la vicenda sbellicandomi dal ridere. 
Invece non si può.
Un giorno vorrei riuscire a mettere giù due riflessioni che mi girano in testa sulla "costruzione" della verità berlusconiana. Ma oggi no. 
Altrimenti mi agito e la gnometta si agita insieme a me. Per carità. 
  

lunedì 1 giugno 2009

questione di nomi

Un dramma. Non so se potrò superarlo. Una tragedia.
Lo dicevo io. Lui odia il mio blog. Si infiltra. Vuole boicottarlo.
Certo, parliamo sempre di lui. L'uomodelsettantacinquepercento.
Adesso dice di essere solo al 73%. Ma diamineeeeeeeeeeeeeee!!! Non poteva dirlo tre giorni fa, prima che aprissi il mio blog e diventasse l'uomodelsettantacinquepercento per i miei due milioni di lettori?!
E ora? Non posso rischiare di confonderli! Come lo chiamo?
L'uomodelsettantatrepercento suona male. Terribile. Anzi, Terribbile, come diciamo a Roma.
Avevo pensato di  adottare il metodo del Times. Il clown
Mi piace.
Suona bene.
E' breve.
Resta impresso.
Poi mi è stato fatto notare che così facendo la gnometta avrebbe per sempre pensato che un clown per essere tale deve essere  brutto, nano, liftato e bugiardo.  
Il peggio del peggio insomma.
Invece di spaventarla usando l'arma dell'uomo nero (che atrocità) o della strega (ma perché poi?) avrei dotuto usare l'arma del clown.
Vi immaginate a Carnevale? Tutti i bimbi: mamma, mamma!! Il clown...ah ah ah..
E la gnometta: mamma, mamma il clown!! ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee ueeeeeeeee....
Non me la sono sentita. 

sono confusa...

Sono confusa. Confusissima. A tratti stra-confusissima, se si può dire. Non si può dire, mi dicono.
I radicali hanno presentato un esposto alla Procura di Roma sulla questione dei 227 migranti respinti grazie alla geniale azione della quale Capitan Padanialibera si disse a suo tempo soddisfatto. La Procura, questa organizzazione criminale, chiaramente a causa delle infiltrazioni rosse, ha aperto un fascicolo. 
Pronte le reazioni dei puristi dell'operazione cacciamoli tutti, e quando li abbiamo cacciati tutti, cacciamo pure noi: l'uomodelsettantacinquepercento, pronto, rapido, implacabile, vero uomo di governo, dice che la sinistra sbagliava ad accoglierli tutti. E te pareva.  E' ossessionato. Tra l'altro, la sinistra venne proprio bacchettata su questa questione da varie organizzazioni. Altro che accoglierli tutti.
Proseguiamo. Dettagli. La sinistra sbaglia sempre. Finanche quando sbaglia davvero.
L'alfiere Alf dice addirittura che loro rispettano le leggi.  Ha ragione. Lui addirittura, poi, le fa, le leggi. E che leggi.   
Ma addirittura alfiere alf si spinge oltre: noi rispettiamo i trattati internazionali.
Cavolo.
Stavo per cadere dalla sedia.
I trattati internazionaaaaaaaaaaaaaali?!?!?!??!?!?
Ma.... ma.... ma....
e ancora... ma...
se ancora non abbiamo neanche una legge organica sul diritto d'asilo. Se sono passati venti anni (venti eh.... 10 per 2... 5 per 4) dalla ratifica del trattato internazionale contro la tortura e ancora non sono riusciti a fare una legge seria... Noi abbiamo dalla nostra i trattati internazionaliiii????
Alfiere, taci, per cortesia.