martedì 16 giugno 2009

E comunque mi sento di stare con gli Iraniani, in piazza.

A questo punto inizio a dubitare anche io di quello che sta succedendo in Iran. Non riesco a credere che centinaia di migliaia di persone scendano in piazza tanto per.
Mettiamo anche la possibilità (che poi è una realtà) che i media e l'attenzione internazionale quando si tratta di diritti umani si concentrino solo su determinati dossier (Iran, Afghanistan, prima Saddam Hussein, Cuba e cose così) lasciandone da parte altri (vedi ad esempio l'Egitto, a detta dei nostri governi un paese moderato, Israele e le sue violazioni dei diritti umani, Guantanamo Bay, che è venuto fuori solo grazie all'impegno strenuo di determinate organizzazioni, l'Italia stessa e le sue politiche nei confronti degli immigrati), e che questo faccia parte del disegno generale guidato da potentissime forze oscure per dividere il mondo in buoni e cattivi. Mettiamo che a noi quelli che vengono definiti "buoni" (Israele, USA, in alcuni suoi atteggiamenti anche l'UE) stiano pure un po' anticipatici per la loro pretesa di imporre la propria visione del mondo e di considerarla la migliore delle visioni possibili. Mettiamo tutto questo.
Non credo, però, che questo basti a giustificare l'indifferenza per le più palesi violazioni dei diritti umani, come sta avvenendo in Iran. Non credo che perché "tanto tutti ne parlano", proprio noi di sinistra, a cui i diritti in altri casi stanno molto a cuore, possiamo fregarcene. Non credo che perché questo dia fastidio alla nostra teoria, dobbiamo fare finta di nulla. L'ignavia non mi è mai piaciuta, come ho fatto presente già dal mio primo post, e non mi piace ora.
Ecco perché credo che dovremmo riflettere su quello che sta accadendo. Un minimo di coerenza.
Ci sono dei fatti oggettivi, e io a tali fatti oggettivi mi attengo. Li considero oggettivi perché denunciati anche da Amnesty International, e conosco poche organizzazioni che possono vantarsi di imparzialità tanto quanto Amnesty.

  • migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per sollevare dubbi sulla correttezza delle elezioni
  • questi manifestanti sono stati dispersi in modo violento (manganelli, gas urticanti e cose così)
  • almeno 170 oppositori sono stati arrestati. Tra essi numerosi "orchestratori" delle proteste
  • un centinaio di poliziotti hanno fatto irruzione nella casa dello studente. Anche il presidente del Parlamento Ali Larijani ha chiesto chiarezza al Ministro degli Interni.
  • l'accesso a You Tube, Facebook, ai siti dei candidati di opposizione sono stati impediti
  • l'invio di SMS è stato reso quasi impossibile
  • questa mattina Gholamali Mohseni-Ejei ha annunciato anche che "i 26 principali elementi dietro ai disordini degli ultimi giorni a Teheran sono stati arrestati".
  • sette persone sono state uccise.
  • Khamenei ha ordinato di aprire una inchiesta su eventuali brogli, come richiesto da Moussavi.
Vi segnalerei anche questo video, che è circolato grazie a Twitter (bisogna essere iscritti a Facebook per visualizzarlo. Se non lo siete e non avete intenzione di farlo, potete visualizzare altri video sul blog che segnalo), e questo blog fotografico. Perché a volte le immagini comunicano più di ogni parola.
Se di rivolta si tratta, intendendo con rivolta quello che intendeva Camus nel suo meraviglioso "L'uomo in rivolta" (e non il significato comune e volgare del termine rivolta) io sono, certamente e senza alcun dubbio, con loro. Mi sento in ogni singola immagine, in ogni singolo scatto, in ogni singola emozione che è riuscita ad arrivarmi.
Se si tratta invece di manifestazioni che moriranno in pochi giorni, allora, nel momento in cui chiediamo giustizia per i nostri morti nelle nostre manifestazioni, abbiamo il dovere morale di chiedere giustizia anche per i loro morti nelle loro manifestazioni.

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